Museo della Tecnica Elettrica
Il Museo della Tecnica Elettrica di Pavia è stato aperto nel marzo del 2007 e fa parte del sistema museale d’Ateneo.
È nato con lo scopo di informare e divulgare la storia della tecnica elettrica.
La sua realizzazione è stata resa possibile grazie ad un accordo preso fra l'Università degli Studi di Pavia, la Regione Lombardia, la Provincia ed il Comune di Pavia.
Sezioni
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Il museo è diviso in cinque sezioni, ognuna delle quali consente di ripercorrere un vero e proprio viaggio alla scoperta dei primi esperimenti fino ad arrivare agli sviluppi più recenti della tecnica elettrica.
1 - Le origini... La storia comincia dall’ambra, scoperta dai Greci, capace di attrarre oggetti leggeri se strofinata, per arrivare, poi, all'Ottocento, con l'invenzione della pila di Alessandro Volta.
2 - L'elettricità si afferma Si illustrano le invenzioni di fine Ottocento come la lampada ad incandescenza e la locomotiva elettrica di Ernst Werner von Siemens e i primi usi industriali della nuova fonte di energia.
3 - L’elettricità per tutti Si ripercorre la storia delle applicazioni dell’elettricità per l'uso domestico nella prima metà del Novecento: si diffondono le centrali elettriche, nascono nuovi tipi di illuminazione e i primi elettrodomestici. Si sperimentano prima le trasmissioni radio, poi, quelle televisive e telefoniche.
4- L'elettricità ovunque I progressi tecnologici della seconda metà del Novecento consentono la produzione di elettricità con centrali alimentate da combustibile fossile; si costruiscono anche le prime centrali a energia nucleare. L'elettronica entra negli usi della vita quotidiana e si diffondono i personal computer ed i telefoni cellulari.
5 - Da oggi al futuro Affronta le problematiche, sorte a causa dell'eccessiva domanda energetica, osservate negli ultimi decenni. Si illustrano le nuove tecnologie che potranno consentire nel futuro il risparmio energetico.
Museo per la Storia dell'Università
Il Museo per la Storia dell'Università di Pavia è un Museo storico-medico che raccoglie materiale riferito alla storia dell'Università di Pavia. Il suo scopo è di tipo didattico e scientifico.
Il Museo nacque nel 1932, quando venne allestita una mostra da Antonio Pensa, un anatomista, per ricordare il primo centenario della morte di Antonio Scarpa, colui che fondò la Scuola anatomica pavese. Il materiale anatomico è stato il primo nucleo dell’attuale allestimento museale, inaugurato ufficialmente nel 1936.
Oggi il Museo per la Storia dell’Università contiene anche strumenti di Fisica e Chirurgici e documenti riguardanti la storia dell’Ateneo.
La Sezione di Medicina
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La Sezione di Medicina è divisa in tre sale, le quali prendono il nome da Antonio Scarpa (anatomico), Luigi Porta (patologo-chirurgo) e Camillo Golgi (istologo-patologo).
Sala Scarpa: comprende l’attività di studio nel campo delle scienze matematiche, naturali e chimiche.
Sala Porta: la maggior parte è dedicata ai preparati anatomici riguardanti il sistema circolatorio. Conservati a secco, in alcool o in soluzione di formaldeide, questi reperti testimoniano interventi chirurgici o la risposta a situazioni sperimentali.
Sala Golgi: raccoglie oggetti, manoscritti e appunti delle lezioni di Camillo Golgi, del suo carteggio, ma anche l’attestato originale del Premio Nobel assegnatogli nel 1906.
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La sezione di Fisica è, invece, costituita da due sale: il Gabinetto di Fisica di Alessandro Volta e il Gabinetto di Fisica dell’800. Nella prima sala, sono conservate le invenzioni di Volta e gli strumenti da lui utilizzati per la ricerca e didattica. Nella seconda sala, sono esposti gli strumenti inventati o utilizzati dai successori alla Cattedra di Fisica nel corso dell’800.
Orto Botanico
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L'Orto Botanico di Pavia è stato fondato nel 1763 ed è una struttura museale appartenente all’Università di Pavia.
Cenni storici - Si devono a Fulgenzio Witman, Monaco vallambrosiano, l'istituzione della prima Cattedra di Botanica e l'avvio della progettazione dell'Orto Botanico pavese. Nel 1777 assunse la direzione Giovanni Antonio Scopoli. Sotto la sua direzione, l'Orto Botanico raggiunse un assetto comparabile a quello dei più famosi orti botanici italiani. Infatti, la direzione di Scopoli portò una fitta corrispondenza con i più grandi orti botanici europei. La riorganizzazione dell'Orto riprese sotto la direzione di Domenico Nocca nel 1797. Giovanni Briosi, divenuto direttore dell'Orto nel 1883, ne migliorò ulteriormente la qualità aggiungendo tre serre calde.
Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, le scelte non furono più guidate dal principio dell'innovazione, bensì dal risparmio economico. Dal 1797, l'Orto Botanico di Pavia fa parte del Dipartimento di Ecologia del Territorio e degli Ambienti Terrestri. Dal 2003, il direttore è Francesco Sartori.
Descrizione delle collezioni:
Arboreto - Qui sono ospitate numerose specie arboree ed arbustive. Molto importante il Platanus hybrida che fa parte dell'impianto originario risalente alla direzione di Scopoli. Il Platano risulta avere le seguenti dimensioni: 55 m di altezza, 7,30 m di circonferenza a 1 m dalla base.
Erbari - Sotto la direzione di Scopoli avveniva la raccolta di erbari continuata, poi, fino alla direzione di Moretti. Risale alla direzione di Raffaele Ciferri la costituzione di un erbario lombardo e di un erbario generale. Tra le collezioni principali, ricordiamo quella micologica e quella dei licheni. Ogni campione è caratterizzato da un'etichetta, in cui è segnato il luogo e la data di raccolta del materiale, nonché la firma di coloro che l'hanno catalogato.
Azalee - Interessanti sono i due grandi gruppi di azalee (Rhododendron e Indicum) coltivati per scopi estetici all'interno dell'Orto.
Piante medicinali - Sono un complesso di circa 1000 campioni essiccati e contenuti in vasi di vetro.
Roseto - È stato istituito da Ciferri e risulta essere suddiviso in tre ampi settori: rose selvatiche, rose antiche e ibridi moderni.
Serra di piante utilitarie- Sono ospitate numerose piante esotiche da frutto, atomatiche, da legno e ornamentali. Importantisono anche gli esemplari di Cyperus papyrus di origine siciliana.
Serre scopoliane - Un atrio comune separa, da un lato, le serre di cicadacee e, dall'altro, le serre di piante succulente.
Angiosperme - Questo settore è esteso tra il corpo dell'Istituto e le serre scopoliane.
Serra caldo umida - Contiene specie esotiche come: palme, pteridofite, aracee, euforbiacee, liliacee e marantacee.
Ed ora.. in esclusiva la nostra foto di gruppo all'orto botanico di Pavia!
Museo di Storia Naturale
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Il Museo di Storia Naturale dell'Università degli Studi di Pavia nacque nel 1771, grazie alla Riforma teresiana, che voleva un rinnovo dell’Ateneo. Venne costruito a scopo didattico grazie all’aiuto di Lazzaro Spallanzani, titolare della Cattedra di Storia Naturale ed al dono di alcuni minerali dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria.
Le collezioni, avute tramite raccolte personali, donazioni e acquisti, furono allestite nel 1775 all'interno della sede del palazzo centrale dell’Università, dove rimasero per oltre cent’ anni.
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Nel XIX secolo, il numero crebbe e così le collezioni furono separate, dando luogo a tre Musei autonomi: Zoologia (Pietro Pavesi), Anatomia-Comparata (Leopoldo Maggi), Geologia e Paleontologia (Torquato Taramelli).
Nel 1960, le collezioni dei tre Musei furono trasferite nei locali del Castello Visconteo con l’intenzione di allestire un Museo aperto al pubblico. Progetto che rimase irrealizzato.
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Dopo oltre trent'anni di degrado, nel 1995 venne istituito il Centro Interdipartimentale di Servizi Musei Universitari che si occupò della restaurazione di tutti i reperti. Oggi, anche questo Museo fa parte del Sistema museale dell'Università di Pavia.
Il 16 ottobre 2000 fu inaugurata la nuova sede temporanea del Museo, in quanto la sede definitiva è in fase di progettazione. Una volta terminata, verrà inserita nel Parco dei Musei al polo scientifico dell’Università.
Queste e molte altre foto le troverai nei nostri profili di Flickr!
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